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Visita al Castello di Montechiarugolo (PR)

 

Bellissima gita cultural-gastronomica nella provincia di Parma, partenza 8,20 dall’area di servizio San Zenone dell’autostrada del sole direzione Parma, usciti dall’autostrada andiamo in direzione Montechiarugolo percorrendo la tangenziale sud di Parma dove, dopo la pausa caffè (etccc.) abbiamo visitato il relativo Castello costruito da Guido Torelli nel XV Secolo, con la descrizione ed i racconti da parte della guida turistica presente nel castello, questo si presenta in uno stato di manutenzione bellissimo, attualmente è di proprieta della Famiglia Marchi che lo occupa in gran parte quale residenza attuale.

Di seguito, oltre aad alcune foto del maniero, riporto il racconto della Fata Bema tanto cara agli abitanti di Montechiarugolo (forse solo una leggenda)

La Fata Bema

Il dramma della fata Bema, raccontato anche nel romanzo di Alfonso Cavagnari, La Fata Bema, recentemente ristampato dal comune di Montechiarugolo, narra una vicenda a metà strada tra fantasia e realtà e di cui ancor oggi in paese si discute come di fatti realmente accaduti. La vicenda si riferisce a Bema, giovane fanciulla, nata verso la fine del Cinquecento, buona, bellissima e dotata di poteri magici. Bema giunge a Montechiarugolo in una giornata di maggio del 1593 e presso il castello, nei cui boschi spesso Ranuccio Farnese duca di Parma veniva a caccia di cinghiali, la giovane allestisce un piccolo palco per la predizione del futuro al quale si avvicinano gli ospiti del maniero. Tra essi si trova anche il Farnese, noto per il carattere cupo e superstizioso, subito viene attratto dai poteri della giovane. Dopo un primo momento in cui Bema riceve l’appoggio del Duca attraverso un salvacondotto per circolare liberamente nel territorio farnesiano, Ranuccio, vinto dal timore di essere ammaliato e manipolato, decide di liberarsi dell’indovina facendola rinchiudere nella prigione della Rocchetta. Una lunga e dura prigionia attende la fata che allo stremo delle forze viene però liberata a furor di popolo. Rientrata a Montechiarugolo la Bema è assunta presso la corte dei Torelli per la gestione domestica. La fanciulla e Pio Torelli, figlio dell’illuminato Pomponio e di Isabella Bonelli, finiscono per innamorarsi. Ma sapendolo un amore impossibile Bema non asseconda il cuore, e rifiuta Pio che viene mandato dal padre a terminare la sua formazione presso la corte di Parma. Sono i momenti della presunta congiura contro Ranuccio Farnese, il quale temendo la potenza dei numerosi e potenti feudatari del ducato inscena una congiura contro la sua persona, e attraverso un crudele e durissimo uso della tortura riesce ad estorcere numerose confessioni.
IL 19 maggio 1612, gli arrestati, compreso Pio Torelli vengono decapitati davanti al palazzo di Giustizia di Parma, in piazza Grande, e le loro teste mozzate  e conficcate su spunzoni a monito della città. Il castello di Motechiarugolo è occupato da una guarnigione ducale e Bema, disperata per la morte di Pio, si rifugia in una piccola casa nei pressi del castello, occupandosi di dare aiuto a poveri e bisognosi.
Questa è dunque la storia della buona e bella fata Bema che, dalla morte ad oggi, torna a manifestarsi nel castello il 19 maggio di ogni anno per piangere il suo amore perduto così tragicamente.

Il castello è posto su una altura che domina tutta la valle dove scorre il Torrente Enza (ormai poco piu’ che un ruscello) e che divide la provincia di Prama con quella di Reggio nell’Emilia.

Al termine della visita, recuperate le moto  abbiamo raggiunto l’agriturismo dove il titolare Claudio insieme alla consorte ci hanno preparato un eccezionale pranzo a base di specialità della cucina parmense, con salumi, gnocco fritto, ravioli, gnocchi, il tutto accompagnato da un ottimo lambrusco locale, al termine assaggio di vari dolci con malvasia, caffè ed ammazzacaffè.

Il viaggio di rientro a casa è avvenuto dopo alcune ore e dopo aver smaltito quanto sopra.

Alleghiamo alcune foto in ricordo della stupenda giornata tra “amici).

Claudio

 

Un grosso saluto all’amico Luigi che si è dovuto arrendere al casello di Parma in quanto il Suo Sidecar l’ha “mollato” a metà strada, ma con il grande spirito che Li contraddice, Luigi ed Elisabetta NON hanno mollato come si vede dalle foto.

Alla prossima    Claudio

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